2002
Mario Cresci
Collana Zétema (Edizioni La Bautta, Matera)
Il volume nasce alla fine del percorso formativo e di studio Progetto Immagine, nato nel 1992 sotto la direzione di Mario Cresci, grazie alla collaborazione di Zétema con l’ADI-Associazione per il disegno industriale, l’AIAP-Associazione italiana creativi comunicazione visiva e lo IED-Istituto europeo di design di Milano.
Compendio di due distinti ma complementari percorsi di ricerca culturale intrapresi dalla Fondazione Zétema, il volume è diviso in due sezioni: la prima dedicata all’arte applicata, ovvero a quelle produzioni artistiche indirizzate alla realizzazione di oggetti di uso quotidiano o che da essi traggono ispirazione. L’interesse per l’arte applicata nasce dall’intento di riacquistare quelle competenze e manualità andate smarrite, recuperando il modello antico della tradizione artigiana per trasferirlo nella modernità. La seconda focalizzata sul progetto di comunicazione visiva delle risorse culturali e sulle teorie e tecniche dei media (grafica, fotografia, video) per la rappresentazione illustrativa dei beni culturali e ambientali.
Nella consapevolezza che l’esperienza visiva propria del vedere è connessa fortemente alla dimensione del racconto in cui si identificano e si traducono le immagini di siti storico-artistici, dei manufatti e delle costruzioni visive, il volume rappresenta un ulteriore forte strumento di valorizzazione del patrimonio culturale. Dalla osservazione analitica alla fotografia come strumento di indagine, dalle forme urbane in cui si è evoluta la socialità al microsistema fatto di identità e simboli, questo prestigioso lavoro non è solo un sussidiario di immagini ma anche una raccolta di narrazioni creative legate alla conoscenza di un patrimonio storico-artistico a cui si è voluto dare una identità visiva, partendo dal tradizionale marchio del pane fino al manufatto contemporaneo. Proprio alla luce di questa missione, anche le tradizioni e le conoscenze tramandate nel tempo non possono essere dimenticate e lasciate alla sterile museificazione. L’Officina dei segni offre, sulla base di un’analisi lucida e di grande valore metodologico, soluzioni creative che partono dal genius loci per fornire un’interpretazione contemporanea del patrimonio culturale e dare alla città una strategia comunicativa multidisciplinare e innovativa.