La Cripta del Peccato Originale, scoperta il 1° maggio 1963 da alcuni soci del Circolo La Scaletta di Matera, era il luogo cultuale di un cenobio rupestre benedettino del periodo longobardo. Accanto alla particolarità geologica del sito, l’ipogeo assume eccezionale importanza poiché impreziosito da un ciclo di affreschi datati tra l’VIII e il IX secolo, stesi dall’artista noto come il Pittore dei Fiori di Matera ed esprimenti i caratteri storici dell’arte benedettina-beneventana. La parete sinistra è movimentata da tre nicchie, su cui sono raffigurate rispettivamente le triarchie degli Apostoli, della Vergine Regina e degli Arcangeli. La parete di fondo, invece, è ravvivata da un ampio ciclo pittorico raffigurante episodi della Creazione e del Peccato Originale.

L’intero ciclo di affreschi rappresenta una traduzione pittorica di carattere didascalico definita la “Bibbia dei poveri”, cioè la Bibbia raccontata all’umile popolo dei fedeli. La cripta si è radicata nella coscienza popolare anche con il nome di “Grotta dei Cento Santi”, per la numerosità di affreschi e dipinti murali raffiguranti Apostoli, Santi e Arcangeli.

La grotta affrescata, per anni aggredita da muschi, licheni e cianobatteri, è stata recuperata a partire dal 2001 grazie al progetto della Fondazione Zétema, con la consulenza dell’Istituto Centrale del Restauro e la partecipazione di differenti professionalità. L’azione ha compreso, durante le numerose fasi di lavoro, il monitoraggio bioclimatico, le rilevazioni fotometriche, le indagini geologiche e geotecniche per verificare le situazioni statiche e di sicurezza del complesso grottale, ritornato alla sua originaria dimensione e inserito nel più ampio progetto integrato di presidi e servizi rappresentato dal Distretto Culturale dell’Habitat Rupestre della Basilicata.

L’intervento, reso possibile grazie ai finanziamenti delle Fondazioni Cariplo di Milano, Carisbo di Bologna e Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano nell’ambito del progetto Sviluppo Sud dell’ACRI, costituisce tuttora un modello di riferimento scientifico, un codice di pratica per i futuri interventi sul patrimonio rupestre mondiale.

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